La attuale versione del modello, che si ricorda essere su base mensile, non considera la riserva idrica iniziale e finale del terreno, nonchè gli apporti da una eventuale falda.
Per quanto concerne la stima del fabbisogno irriguo delle colture occorre in ogni modo considerare quanto segue. I deficit idrici cartografati corrispondono sostanzialmente ai fabbisogni irrigui netti delle varie colture in regime idrico non carenziato. Nella programmazione e nella progettazione di un sistema irriguo pubblico occorre quindi tenere conto, oltre che delle perdite per irregolare distribuzione al campo, anche delle perdite che si verificano nella rete di adduzione e di ripartizione alle aziende. Si ha pertanto:
in cui:
Def | = | deficit idrico |
FI netto | = | fabbisogno irriguo netto delle perdite di adduzione, ripartizione e adacquamento |
FI lordo | = | fabbisogno irriguo lordo delle perdite |
E tot | = | efficienza totale del sistema irriguo. |
Quantitativamente parlando, si consideri che perdite complessive superiori al 50% sono tutt'altro che rare anche in moderni impianti ad aspersione.
E' compito del progettista di un impianto di irrigazione individuare il valore di efficienza da tenere a base dei suoi calcoli. Tale valore va motivatamente scelto nell'ambito di una gamma che vede, ad un estremo, il suo valore massimo potenziale e, all'altro estremo, un valore inferiore, anche di molto, nel caso di una scadente risposta del gestore dell'impianto e degli utenti nel caso di uso improprio dell'acqua. E' evidente pertanto la necessità che, specie nel caso di interventi pubblici in aree prive di una valida tradizione irrigua, venga associato al progetto tecnico-agronomico un efficace programma di addestramento dei gestori tecnici e amministrativi dell'impianto e di assistenza tecnica agli agricoltori.