RIASSUNTO
Gli autori espongono alcune considerazioni emerse dalla rilettura degli scritti dei georgici latini intrapresa in occasione di un loro studio su "I cunicoli etruschi: tunnel per la captazione di acqua pura" per la Seconda Sessione sulla Storia della Irrigazione, tenuta nel 1984 dalla Commissione Internazionale di Irrigazione e Drenaggio presso la Colorado State University - Fort Collins, U.S.A. L'attenzione è volta al tema della irrigazione e dei drenaggio nel Lazio del I millennio a.C. durante il quale il clima, più umido dell'attuale, diviene progressivamente più arido.
SUMMARY
IRRIGATION, DRAINAGE AND HEALTH IN THE WORKS OF EARLY ROMAN WRITERS.
In this paper the authors present the results of a rereading of the works of early Roman wríters they had undertaken on the occasion of their study "Etruscan cuniculi: tunnels for the collection of pure water", presented at the International Commission on Irrigation and Drainage Second Session on History of Irrigation, held in 1984 at Colorado State University - Fort Collins, U.S.A.
Attention is turned to the topic of irrigation and drainage in Latium in the 1st millennium b.C. when the climate, which was rainier then than it is today, was gradually becoming less rainy.
L'antica tecnica di scavo di cunicoli ai fini della captazione o del drenaggio1 di acqua per uso prevalentemente potabile è tipico dei paesi del bacino mediterraneo e del Medio Oriente. Lo scavo dei primi cunicoli può essere fatto risalire, almeno per il Lazio, agli inizi del I millennio a.C. ed è proseguito in alcune località non italiane fino a pochi secoli fa.
Nel nord Africa e nel Medio Oriente i cunicoli sono tutt'ora in funzione e soggetti ad accurata manutenzione.
Nel Lazio i cunicoli sono attualmente in maggioranza secchi e solo in quale raro caso drenano portate raramente superiori ad 1 l/sec. Essi furono scavati da etruschi e latini nei banchi tufacei e pozzolanici depositati dai vulcani, già all'epoca da lungo tempo estinti, che si estendono a nord ed a sud di Roma su un allineamento parallelo alla linea del mare.
Uno studio dettagliato sui cunicoli è stato presentato dagli autori di questa nota alla Seconda Sessione sulla Storia della irrigazione tenuto dalla Commissione Internazionale per l'Irrigazione e Drenaggio (I.C.I.D.) nel 1984 a Fort Collins, U.S.A.
I cunicoli laziali si diversificano strutturalmente e per funzionamento da quelli del Medio e del Vicino Oriente e del Nord Africa.
I cunicoli che si rinvengono in Iran, Iraq, Arabia, Marocco, sono scavati ad una profondità tale da intercettare la falda anche a 20 m e oltre. Scavati generalmente lungo fondovalli più o meno ampi, questi cunicoli formano veri e propri sistemi di emungimento da strati permeabili. L'acqua captata in notevoli quantità, anche superiori a 10 l/sec, è destinata all'irrigazione di oasi a coltura ed alla alimentazione potabile di insediamenti urbani.
Di contro, i cunicoli dell'antico Lazio sono stati scavati a scopo prevalentemente potabile a piccola profondità (anche a soli 2-3 metri), su percorsi che raramente superano qualche centinaio di metri e sono stati attivati, almeno nel periodo più arcaico, al servizio di piccole comunità agricole. I cunicoli laziali non sono stati ricavati nei materassi alluvionali dei fondovalli o negli ampi coni di deiezione al piede dei rilievi montani come nel resto del bacino mediterraneo e nel Medio Oriente, ma secondo le curve di livello collinare con una pendenza appena sufficiente a consentire il deflusso verso lo sbocco a valle dell'acqua filtrata lungo le pareti e la volta. A consigliare lo scavo piuttosto superficiale dei cunicoli laziali deve essere stata la litoidicità delle formazioni geologiche più profonde, la necessità di non allontanare troppo lo sbocco in superficie del cunicolo e la opportunità di poter utilmente drenare anche le acque filtrate in occasione di eventi piovosi leggeri. Non essendo quindi in genere scavati a profondità tale da intercettare falde profonde, fu sufficiente la contrazione del regime pluviometrico verificatasi intorno al III sec. a.C. per ridurre la portata emunta a valori talmente bassi da metterli fuori uso e sconsigliare lo scavo di nuovi. (foto 1 e 2).
Fig. 1 Cunicolo di captazione idrica di Torrevecchia (periferia sud di Roma). Gli antichi cuniculi laziali, scavati lungo le curve di livello di colline od anche di semplici ondulazioni del terreno, sono individualbili in superficie per via delle bocche dei pozzi di accesso coronati da vegetazione arbustiva spontanea.
Nello studio sui cunicoli richiamato in premessa l'attenzione è stata posta sul quadro storico e archeologico nel quale tale opera và collocata. Una tavola sinottica della storia laziale antecedente la supremazia romana dà gli essenziali riferimenti cronologici ai fatti descritti.Fig. 2 Sbocco del cunicolo di captazione idrica di monte Antenne (periferia nord di Roma).
Lo studio tende, tra l'altro, a confutare la opinione di coloro che hanno interpretato i cunicoli come opere di bonifica igienico sanitaria eseguite dai romani per debellare la malaria.Fig. 3 Sezione di cunicolo di captazione idrica (interrato) reso visibile da un taglio stradale (km 35 della strada Mediana Roma-Latina).
Fig. 4 Cunicolo etrusco di scolo delle acque nell'area necropolica della banditaccia vicino Cerveteri.
Nell'opinione del Padre Secchi si trattava di tubi di drenaggio avendoli trovati ancora in posto con intestazione a secco (senza malta). E' da ritenere che per il grande diametro (43 cm) il dreno non avesse finalità agricole ma fosse rivolto al prosciugamento di un'area troppo umida per poter essere urbanizzata o anche alla captazione di acqua ad uso potabile (tutta l'area è ancora oggi ricca di acque).Fig. 5 Tubi di drenaggio in terracotta di epoca romana trovati alla periferia di Alatri (65 km a sud di Roma) da Padre A. Secchi. Le reggette metaliche sono rinforzi moderni. I giunti erano privi di sigillante contrariamente agli acquedotti (fig. 6).
Fig. 6 Tubi di terracotta di un'acquedotto di epoca romana trovato nei pressi del Santuario del Divino Amore (14 km a sud di Roma). Notare il residuo di malta per sigillare il giunto a "maschio e femmina".
... quand'è che t'è passata la febbre? ieri o ieri l'altro? ...Un riferimento ancora più esplicito alla malaria è fatto dal commediografo latino P. Terenzio Afro (190-150 a.C.) nella conversazione tra Sostrata e Panfilo in Hecyra (Atto III, ver. 359):
So.: E che malattia è?
Pan.: Febbre.
So.: Continua?
Pan.: Così dicono.
I versi diventano più chiari se si ricorda che esistono tre tipi di parassiti malarici e corrispondenti febbri: la quartana con un accesso ogni tre giorni, la terzana, con un accesso ogni due giorni, e la quotidiana con accesso giornaliero. Va notato che la domanda di Sostrata, per l'esattezza "quotidiana" (lat. cotidiana), viene erroneamente tradotta continua privando l'aggettivo del suo significato di periodicità tipico della febbre malarica.
Dopo i due commediografi latini e Catone, è M. T. Cicerone (106-43 a.C.) a parlare di malaria. Contemporaneo di Varrone, che non tratta di problemi medici, Cicerone cita la febbre terzana e la quartana.
Il primo scrittore latino a citare la malaria in termini medici è A.C. Celsio nel 1 sec. a.C.
In conclusione si può affermare che:
BIBLIOGRAFIA
- A. SECCHI: Intorno ad alcune opere idrauliche rinvenute nella campagna di Roma. Atti Acc. Pontificia Nuovi Lincei, Roma, 1876.
- W.H.S. JONES, R. ROSS, G.G. ELLETT: Malaria. A neglected factor in the history of Greece and Rome. McMillan and Bowey, London, 1907.
- F. RAVELLI, P.J. HOWARTH: Etruscan cuniculi: tunnels for the collection of pure water. International Commission on Irrigation and Drainage, New Delhi, Transactions of XII International Congress on Irrigation and Drainage, Fort Collins - U.S.A., vol. II, 1984; ed in versione italiana con alcune integrazioni al testo ed alla grafica, nella rivista "Irrigazione e drenaggio", XXXV, 1, Edagricole, Bologna, 1988.
1 Nella corrente accezione il termine drenaggio (in inglese drainage) assume in italiano un significato alquanto diverso da quello attribuitogli dall'inglese. Nella lingua inglese il termine drainage viene infatti usato per indicare la tecnica di allontanamento dell'acqua in senso lato, indipendentemente dall'obiettivo perseguito, sia questo cioè l'approvvigionamento idrico o la bonifica del terreno. In italiano, invece, il termine drenaggio è stato correntemente utilizzato fino a tempi recenti per indicare la bonifica del terreno mediante l'allontanamento di acqua a mezzo di condotte sotterranee (drenanti), lasciando ad altri termini del tipo captazione, emungimento, etc. il compito di indicare l'operazione di estrazione dell'acqua o altro. In altre parole vi è stata la tendenza dell'italiano a distinguere terminologicamente la operazione in cui il prodotto finale era l'acqua da utilizzare, da quella in cui il prodotto finale era il terreno prosciugato. Nell'italiano d'oggi la tendenza è quella di un uso generalizzato del termine drenaggio alla stregua dell'inglese.
2 Il gesuita Padre Angelo Secchi (1818-1878) fu direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano cui fece acquistare fama internazionale nel campo della astronomia e in quello della geofisica. È il primo a interpretare i cunicoli laziali come opera di captazione idrica.
3 Notasi incidentalmente come l'importanza della logistica militare nel caratterizzare l'ambiente abbia indotto Columella ad associare paludi e strade percorse dall'esercito romano.